domenica 26 novembre 2023

"La Conquista del Giardino" - Forough Farrokhzad

 


"Dans le jardin" (1885).
- Pierre-Auguste Renoir -
Olio su tela, 170,5 x 112,5 cm.
Hermitage Museum, San Pietroburgo, Russia.









La Conquista del Giardino

 

Quel corvo che volò

Sopra di noi

E s’inabissò nel pensiero agitato di una nuvola vagabonda,

Il cui grido, come una corta lancia, percorse tutto l’orizzonte,

Porterà la notizia di noi in città.

 

Tutti sanno,

Tutti sanno

Che tu ed io da quel pertugio freddo e tetro

Intravedemmo il giardino

E da quel ramo ameno e impervio

Spiccammo la mela.

 

Tutti temono,

Tutti temono ma tu ed io

Ci unimmo con la luce, l’acqua e lo specchio

E non tememmo.

 

Io non parlo di un fragile legame tra due nomi

Né di un vincolo nelle pagine lise di un registro.

Io parlo dei miei voluttuosi capelli

E degli ardenti papaveri dei tuoi baci,

Dell’intimità clandestina dei nostri corpi

E della nostra nudità che riluce

Come le squame dei pesci nell’acqua.

Io parlo della vitalità argentina di un canto

Che una piccola fontana intona all’alba.

 

Una notte, domandammo alle lepri selvatiche

In quella foresta verde e frusciante,

Alle conchiglie copiose di perle

In quel mare agitato e freddo

E alle giovani aquile

In quel monte straniero e trionfante:

Che si deve fare?

 

Tutti sanno,

Tutti sanno.

Noi abbiamo penetrato il freddo muto sogno dei Simorgh,

Cogliemmo la verità nel piccolo giardino

nell’espressione timida di un fiore anonimo

E l’eternità in un momento senza fine

Quando due soli si fissano l’un l’altro.

 

Io non parlo di sussurri timorosi nel buio,

Io parlo di luce del giorno e di finestre aperte,

Di aria fresca,

Di un forno nel quale bruciano cose inutili,

Di terra resa fertile con un’altra coltura,

Di nascita, di evoluzione, di orgoglio.

 

Io parlo delle nostre mani innamorate,

Che hanno gettato, al di sopra delle notti,

Un ponte foriero di profumo, di luce, di brezza.

 

Vieni nel prato,

Nel prato aperto

E invocami attraverso i sospiri del fiore di seta,

Come la gazzella la sua compagna.

 

Le tende traboccano celato odio

E le candide colombe

Dall’alto della loro torre bianca

Fissano in basso la terra.

 

- Forough Farrokhzad -

domenica 5 novembre 2023

Al chiaro di luna pronuncio il tuo nome

 


Bach: Sonata per organo n.4, BWV 528: II. Andante/Adagio (trascrizione per pianoforte).

 

 


Al chiaro di luna pronuncio il tuo nome

 

 Al chiaro di luna pronuncio il tuo nome

mentre le tremule luci lontane

sembra che danzino al suono di note

di adagio barocco portate dal vento. 

 

Onde d’argento carezzano il mondo:

teneri raggi di pallida sfera

spandono odore di viola campestre,

piccolo fiore di forza inaudita.

 

Vento diventa impetuoso ruggito

come leonessa che esige, feroce,

la cura e l’abbraccio di un re solitario.

 

Odi la voce e volgi lo sguardo,

sento i tuoi artigli trafiggermi il petto

mentre le zanne trapassano il cuore:

 

sento, violento, tutto l’ardore.

 

S.C.  05/11/2023