Ebe
Canova
Era il suo fruscio
Era il suo fruscio
lo scuotersi dell’aria al suo passaggio
la tenera fragranza della pelle
fugace e permanente
Restavo ad osservarne i movimenti
il gesto controllato ed essenziale,
restavo a respirarne la presenza
quell’energia invisibile e potente
Era il suo fruscio
le onde melodiose di una voce,
le note più sottili e penetranti
svelavano spartiti misteriosi
Restavo ad ascoltarne la sua eco
nell’aria ferma e pregna di sapore
il muto risuonare di parole
in una stanza sorda
Era il suo fruscio
distratti sguardi indocili e vivaci
il rapido mutare d’espressione
precise pennellate sulla tela
Restavo a rimirare la mia Ebe
e il senso inesplicabile di gioia,
sfuggivano i miei occhi al mio controllo
immersi nei dettagli del profilo
Era il suo fruscio
che ora come vento tumultuoso
mi scaglia contro rocce acuminate
e come lama affonda nella carne
Cav. Ines. 15/05/2025