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"Danae" - (1612).
Attribuito ad Artemisia
Gentileschi.
Olio su rame - 40,5x52,5 cm.
Saint Louis Art Museum, St. Louis
(Missouri).
Ancora oggi controversa l’attribuzione,
incerta tra Artemisia e il padre Orazio Gentileschi.
Una sensuale Danae, completamente
nuda, si concede totalmente a Zeus che, per congiungersi a lei, si trasforma in
pioggia d’oro e supera le pareti della stanza entro la quale il padre aveva
rinchiuso la figlia.
L’ancella, intenta a raccogliere le
monete d’oro, rappresenta il mondo, misero e volgare, interessato ad apparenza e
danaro, potere e ricchezza, incapace di vedere bellezza ed amore, tenerezza e passione.
La forte carica erotica,
coinvolgente emotivamente e fisicamente, fece scalpore fra quanti ebbero l’opportunità
di ammirare l’opera.
Il centro del quadro coincide con la zona pubica di Danae
di modo che lo sguardo dello spettatore possa esplorare il dipinto partendo
dalla periferia, il piede, le gambe e le ginocchia da un lato; dall’altro il
viso rapito dalla passione, incorniciato da mossi capelli dorati, i seni
turgidi e pallidi, le bianche lenzuola di lino e il rosso vermiglio della
coperta; e poi la pelle morbida, candida e levigata per giungere, infine, alle cosce
e poi al pube e al culmine del piacere.
E sembra di scorgere il sussulto del
cuore e il corpo che trema di estasi divina.
Casta e voluttuosa, erotica e pura,
umana e divina: Donna, creatura inspiegabile, che accende passioni e promuove
la calma, genera tempeste e induce alla quiete, causa di guerre e regina di
pace.