Astro
Tenebra e strazio procura la notte,
scorrono lente le ore notturne,
freddo profondo senza conforto,
fame di secoli senza ristoro.
Bramo cadere in sonno profondo,
perdermi in nebbie che offuscano il senno,
il cuore ingannare per qualche minuto;
di Àtropo il taglio invoco, sfinito.
E quando il dolore è giunto all'estremo
ecco spuntare dei raggi di vita:
ti levi, splendente, Astro divino,
sorgi dal sogno, carezzi le piaghe,
disperdi l'angoscia, ridoni speranza;
l'intera mia vita hai preso per sempre.
S.C. - 28/03/2023
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