Scarlatto
Lei muove i suoi passi eleganti a riempire la stanza
l’incedere lento e sicuro le apre la via
lo sguardo sereno e profondo mi buca la mente
rumore dei tacchi appuntiti mi punge la carne.
Avvolta in tessuto di seta di rosso scarlatto
che segue le curve del corpo sinuoso e leggero,
poi lascia scoperte le spalle che invitano al bacio
e il collo che sembra forgiato da mano di Antiochia*1.
Le gambe sottili vestite da calze corvine
sobillano danze sfrenate del dio del delirio*2,
le cosce sfregando producono un suono sensuale,
onde, i suoi fianchi, di un mare in cui è dolce annegare.
Mi passa davanti e sorride sfiorandomi appena
lasciando fragranza di viola di un campo selvaggio
il sangue che bolle mi arde le vene del corpo
che sento percosso da forza che più non controllo.
S.C. 17/05/2023
*1) Alessandro di Antiochia autore della Venere di Milo
*2) Dioniso
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