LA GARA
L’atleta era pronto, il sangue bolliva,
il piede sul limite della partenza,
speranze, entusiasmo, la voglia di vincere,
la forza dei pregi, coscienza dei vizi.
Alza i suoi occhi verso la pista,
vede la burla e la vile slealtà:
il giudice sommo pose il rivale
vicino all’arrivo, traguardo raggiunto.
E mentre a quest’ultimo tutto concesso:
sguardi, carezze, tempo e quant’altro;
l’atleta corretto negato di tutto:
mano, messaggio, voce, pensiero.
Che amore esistesse ho sempre negato,
e se chi ci crede ricorre all’inganno
pur di dipingere d’oro la gabbia,
allora raggira pure se stessa.
Almeno il coraggio di guardare negli occhi,
parlare di fronte, tranquilli, sereni,
senza tormenti di altre incombenze.
Almeno chiarezza che possa spiegare.
Almeno il rispetto che appare dovuto.
Fu la domanda che attese risposta.
Cav. Ines. 23/08/2022
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