Raggi d’autunno
Raggi sbiaditi di un sole d’autunno
tagliano i rami frondosi del tiglio
giungono obliqui splendendo il tuo viso
mite carezza che reca conforto
Lì t’ho veduta vestita di grazia
cogliere un fiore emerso dall’edera
mentre la cupa imperiale afflizione
ombra pareva a condurre il suo gelo
L’acqua serena di un lieto ruscello
dalle tue mani accostate ho bevuto
limpido sorso di vita e di amore
dono inatteso dell’inclita donna
Con le tue dita hai sfiorato le labbra
e m’hai insegnato a sorridere al mondo
con il tuo sguardo hai baciato i miei occhi
ed hai appiccato il mio fuoco e l’ardore
Cav. Ines. 26/10/2024
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