Lume d’incanto
Scorgo a fatica il tramonto:
l’incedere lento e spietato
di un astro che cala
dietro il sipario incurante
di nuvole e monti.
Il rosso e l’arancio
il giallo e poi il viola
sono colori perduti
dalla mia vista,
solo un ricordo.
Scala di grigi che domina
ogni orizzonte
rende ogni cosa monotona
triste ed esangue:
priva di vita.
Fuggo i rumori del mondo
l’inutile chiasso,
parole e pensieri fallaci
intenti spregevoli,
eppure vincenti.
Cerco l’antica armonia
i suoni a me cari:
le note barocche e i quartetti,
sonate e concerti…
… non riesco a sentirli.
Solo nel piccolo spazio
di un tempo assai breve
il Sole splendente ammirai
e gli accordi soavi
di una mente sublime.
Ogni frammento di carne
delle mie membra,
ogni pensiero gioioso
della mia mente
a quello spazio appartengono.
Tutto mi è amaro ed estraneo
fonte d’angoscia,
solo a quel lume d’incanto
a quel viso di dea
io resto fedele.
Cav. Ines. 25/09/2024
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